età di mezzo

Cenni storici su Aringo nell’antichità e nel medioevodi Giovanni Riganelli

Edificato probabilmente già in epoca romana lungo l’asse viario denominato via Calatina, la via che attraversava la Sabina percorrendo una distanza di 125 miglia circa, questo insediamento si connota per la sua posizione strategica a dominare l’area pianeggiante immediatamente a sud-est dello stesso. La pianura, per larghi tratti impaludata dalle acque del fiume Aterno che vi si origina, finì per essere bonificata e conquistata all’agricoltura verosimilmente nel periodo di grande fioritura delle villae romane (tra il II secolo a.C. e il I d.C.), la cui presenza in quest’area è in qualche modo rilevabile sulla scorta della toponomastica prediale.
Alla fine dell’evo antico questa parte del territorio pertinente al municipium romano di Amiterno – i resti dell’antica città della Sabina sono oggi visibili presso l’attuale S. Vittorino – dovette passare sotto il controllo di un goto di nome Ariggs che, stanziatosi ad Aringo per assicurarsi il controllo dell’area pianeggiante perno dell’economia agricola della zona, conferì il proprio nome all’insediamento.

Alla fine del secolo VI o nei primi anni del successivo, nei primi decenni successivi alla nascita del Ducato longobardo di Spoleto, quest’area passò sotto il controllo della gens germanica insediatasi nella città umbra e sotto il suo controllo rimase per circa due secoli, fino alla definitiva sconfitta di questo popolo ad opera dei franchi (774). Sebbene i secoli dell’alto medioevo sembrano connotarsi un po’ ovunque per la forte contrazione dell’elemento demico e insediativo, qui la presenza dell’uomo non venne mai meno sostenuta dai fattori economici legati all’agricoltura e soprattutto da quelli riconducibili al bosco. Sta di fatto che l’intera area attorno ad Aringo si caratterizza per la presenza di momenti insediativi, individuabili sulla scorta della toponomastica, che si riconducono a strutture edificate nell’età di mezzo o comunque abitate in quel periodo.

Ci si riferisce a quei nomi di luogo in cui compaiono elementi quali civitella oppure castiglione, castello o anche rocca. Fatto è che quando si inizia a disporre di documentazione scritta per Aringo e per la zona circostante, di quei pochi documenti editi che si è riusciti a reperire per i primi decenni del secolo XIV, la presenza di strutture religiose è di una certa consistenza e riguarda diversi luoghi.
Non solo, nel 1327, è attestata la presenza in Aringo di due chiese, una dedicata a S. Nicola e una a S. Sebastiano, cui si legavano varie cappelle, ma un monastero dedicato a S. Matteo era presso Montereale a cui deve aggiungersi quello di S. Lorenzo di Fano e di S. Giovanni de Gafassis, una chiesa di S. Maria era ad Aviano, di S. Eutizio a Marana, di S. Flaviano a Capitignano, di S. Angelo a Verrico, di S. Giovanni a Paganica, di S. Pietro di Sivignano – Suminiano nel testo – e di S. Maria a Paterno. A queste si aggiunge un’ulteriore chiesa, di cui però non è riportato il nome, che doveva trovarsi presso Paganica.

Come si vede da questa breve sintesi, gli insediamenti della zona, in epoca medievale, non erano pochi e questo non solo è un evidente sintomo di vivacità per quel periodo, ma anche per quello antico, quando la zona aveva in Amiterno il proprio punto di riferimento politico e amministrativo. Ulteriori studi d’archivio e ricerche sul territorio potranno eventualmente dare conferma di quanto affermato in questa che, occorre evidenziarlo, altro non è se non una prima quanto veloce indagine essenzialmente volta ad individuare alcune caratteristiche peculiari della zona.

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La storia di Aringo in versione integrale